lunedì 25 giugno 2018

Stelvio e "Otto" svizzero

Che weekend ragazzi!!!
Un pieno di curve, moto e montagna che non mi aspettavo!!
Ma andiamo con ordine.
Quando non vado sulle Alpi francesi, dove mi sento veramente a casa, parto sempre con un po' di titubanza, ma i bei posti dove rilassarsi guidando la moto sono tanti, e mi piace anche cambiare. Così sabato parto presto e superato il traffico milanese ed il delirio di inizio val Brembana a metà mattina mi ritrovo al fresco sul Passo San Marco.




Scendo a Morbegno e per l'ennesima volta mi trattengo dal tagliarmi le vene: la Valtellina è il solito incubo tra traffico e limiti di velocità assurdi. Tengo duro fino a Tirano e poi svolto a destra per l'Aprica. Preferisco le baitine più isolate ma vista l'ora mi fermo per il pranzo.
Fortunatamente in Val Camonica c'è poco casino e la temperatura è confortevole ed il tratto Edolo-Ponte di Legno fila via liscio piacevolmente per poi entrare nel vivo della gita alpina sul Gavia, uno dei passi più affascinanti di casa nostra. Prendo un caffè al rifugio Bonetta e poi mi godo un po' di pace e tranquillità sulle rive del lago.




Fare il Gavia significa scendere dalla Valfurva a Bormio ed essendo giunti fin li in questa stagione non si può non salire sul tetto d'Italia al Passo dello Stelvio, la giornata è strepitosa e nonostante il marasma della sommità riesco ad isolarmi un pochino per godermi l'aria dell'alta quota guardando qualche piccolo rapace orbitare attorno al mitico Tibet Hutte.
Scendo a valle e decido che per questa prima giornata può bastare così, non faccio fatica a trovare una piccola stanzetta a Glorenza dove trascorro la notte.





Domenica mattina la sveglia è sempre di buonora, salto in moto alle 8, in pochi km entro in Svizzera dal valico di Tubre, percorro tutta la Val Müstair ed arrivo dopo un sacco di anni di assenza alla sommità dell'Ofenpass (Pass dal Fuorn in romancio). 




Non perdo tempo, oggi prevedo veramente un sacco di strada da fare. A Zernez attacco il Flüelapass, la temperatura in quota è più fresca del previsto, solo 10 gradi, mi chiudo dentro al casco ed accendo le manopole, sto benissimo.
Mi lascio alle spalle Davos ed i suoi alberghi di lusso, recente sede del Word Economic Forum non è nulla di imperdibile e mi sciroppo un centinaio di chilometri di trasferimento in valle verso Andermatt. I limiti ed il rigore svizzero fanno si che quello che sarebbe un bel misto veloce si trasformi una una palla assoluta. Per fortuna che il panorama aiuta a distrarsi un po', compatibilmente con l'attenzione alla guida.
Dopo aver fatto l'Oberalppass, un singolare passo alpino con una stazione ferroviaria ad oltre 2000 metri, mi fermo a pranzo a Realp dove un camerierino dalla proverbiale ospitalità elvetica mi dice che se voglio da mangiare c'è solo o pollo o würstel, e che di wifi non se ne parla perchè è solo per quelli che albergano li. Mi godo il sole e la traquillità del mezzogiorno.




Il pomeriggio è il tripudio delle curve e dei passi svizzeri. In ordine: Furkapass, Grimselpass, Sustenpass, la vecchia strada della Tremola al Passo San Gottardo. A mio avviso queste strade sono inserite in uno degli scenari più belli di tutto l'arco alpino. La cascata del Rodano e i laghi del Grimsel, per dirne due a caso, lasciano letteralmente senza fiato. Questa volta ho pure avuto l'occasione di imbattermi in un branco di giovani stambecchi a pochi metri da me nella quiete più assoluta del Passo della Novena.






La giornate si conclude con una quarantina di km a 50 all'ora fino a Brig, come da rigore confederale, ed infine un Passo del Sempione al cardiopalmo, approfittando della solitudine vista l'ora tarda, per me la salita dal lato nord resta una vera figata.
In totale un migliaio di chilometri abbondante anche stavolta.



lunedì 18 giugno 2018

Un po' di RDGA

Preparare il viaggio di agosto significa anche tornare ad avere l'abitudine a stare in sella tutto il giorno, e dove farlo se non nei luoghi dove più amo stare?
Così sabato mattina parto non avendo bene in mente dove andare ma subito al bar sotto casa incontro a colazione un signore che conosco e quando gli dico che faccio un giro in Francia mi dice "fai il colle dell'Agnello?". La mi risposta, così d'istinto è stata "perchè no!". Salto in sella e mi dirigo quindi a Pontechianale, dove mi gusto un tagliere di salumi e formaggi piemontesi in riva al lago.




Il colle, aperto per la stagione estiva da soli 3 giorni, è il terzo valico alpino per altitudine (2744 mslm) ed in quota l'aria è frizzantina e la neve ancora abbondante sui pendii.




Secendendo sul versante francese mi godo la bellezza della natura del Parc National de Queyras, a Guillestre attacco il col de Vars che mi porta in un batter d'occhio nella mia amata Ubaye. E' presto e le giornate sono lunghe, quindi rientro per un attimo in Italia dal Col de Larche e poco prima di Vinadio svolto a destra per uno dei passi più rilassanti dell'intero arco alpino (almeno il versante italiano), il colle della Lombarda. La giornata si conclude a Barcelonnette dopo esser saliti sul tetto d'Europa sul Col de la Bonette/Restefond, in questa stagione l'atmosfera lassù è davvero magica: un sacco di marmotte ed un tripudio di colori indescrivibile.




Domenica mattina faccio colazione fuori, con una vista su due delle cime più belle e famose del Parc National du Mercantour: le Pan du Sucre e le Chapeau de Gendarme.




Non perdo troppo tempo, il meteo è ottimo ed il cielo è terso ed azzurrissimo, si parte verso nord. Rifaccio il col de Vars al contrario, mi fermo a bere un caffè al refuge Napoleon al col d'Izoard, e superata Briançon mi dirigo al Lautaret perchè finalmente ha aperto il Galibier, uno dei passi più spettacolari, dove faccio sia provviste di formaggi di malga, sia mi fermo per il pranzo al fresco di una piccola baita a quota 2000.




Il valico alpino più alto d'Europa (il Col de l'Iseran) è ancora chiuso, quindi sono costretto ad allungare un po' il giro, scendo in Maurienne dove fa un caldo infernale, non ricordo molto bene la strada da fare, il Col de la Madeleine l'ho fatto un paio di volte ma diversi anni fa, ma il mio nuovo Zumo mi aiuta a raccapezzarmi senza problemi, ed infine rientro in patria dopo uno spuntino seduto sulla neve, ancora abbondantissima al Piccolo San Bernardo.
Peccato per il col d'Arpy chiuso per manifestazione, ma con 12 passi e più di 1000 km posso ritenermi abbastanza soddisfatto.





lunedì 4 giugno 2018

Mukka a zonzo


Ne avevo una voglia matta, il meteo non lo danno dei migliori ma i passi cominciano ad aprire (almeno a sud) ed ho voglia di Alpi.
Parto sabato mattina presto ed più velocemente possibile raggiungo la Francia dal Colle di Tenda. Non attendo molto ma il senso unico alternato fa si che il passaggio lo si faccia coi più tamarri e smarmittati dei "colleghi" motociclisti. Porto pazienza fino al bivio per Sospel, dove d'improvviso regna la pace. Poca gente vista la buonora anche al rifugio sul col de Brouis. Supero il bellissimo borgo per attaccare il Turiní, dove mi fermo per pranzo. La quiete delle Gorges de la Vésubie mi incanta sempre e non è da meno il Col St. Martin che porta alla Valle della Tinea. Col de Couillole e Valberg li faccio sotto un'acqua torrenziale, ma non mi preoccupo, riduco l'andatura e me la godo da dietro la visiera bagnata del mio nuovo Neotech2. Raggiungo la magnifica Cayolle ancora innevatissima tra un sacco di marmotte.
Aperitivo e pernottamento in una fresca Barcelonnette di inizio estate.







Domenica mattina parto presto, l'aria è frizzantina in Ubaye, sarei tentato di fare il giro Larche-Lombarde-Bonette (tutti aperti) ma vorrei tentare il ritorno lungo in Savoia. Mi sparo quindi un Col de Vars al Cardiopalmo, deserto vista la buonora, e un Izoard spettacolare aperto a metà settimana. Ma poi nonostante un pannello luminoso a metà valle Serre Chevalier lo indicasse chiuso, arrivo al Lautaret per avere conferma che al Galibier c'è ancora troppa neve. Non è aperto nemmeno il tunnel. Ripiego per un pranzetto in Vallée de la Clarée e rientro in Patria dal Colle della Scala, sempre piacevole da percorrere piano piano in tranquillità. 

Au revoir mes Alpes.





The Silk Road - 4° ed ultima parte - Pamir Highway

19 agosto 2018 Si riparte da Samarcanda in sella alla motona carica. Le strade sono sempre molto sconnesse, si deve fare attenzione, sop...